REGGIO EMILIA - “Logiconomi - Sfide economiche e tecnologiche per la crescita del Paese. Il ruolo futuro della Logistica” è il titolo dell’incontro che si è svolto al Meeting Centre Ruote da Sogno, a Reggio Emilia. Un appuntamento che ha offerto un’occasione davvero interessate e “unica” di analizzare le prospettive del prossimo futuro in alcuni settori strategici e di grandissima importanza per l’economia italiana. Ad organizzare l’evento erano European House - Ambrosetti e Toyota Material Handling Italia. L’incontro ha visto la partecipazione di più di 250 top manager di imprese arrivati da tutta Italia, e gli interventi di ospiti davvero di alto livello. A coordinarli è stato Ferruccio De Bortoli, giornalista, ex Direttore del Corriere della Sera. Si sono poi susseguite le relazioni di Pier Carlo Padoan, già Ministro dell’Economia e delle Finanze, sulle prospettive dell’economia italiana e le aspettative per il prossimo futuro; Lorenzo Tavazzi, Associate Partner di The European House – Ambrosetti, che ha presentato il Global Attractiviness Index 2018 (GAI); Maria Chiara Carrozza, Professoressa di Bioingegneria industriale all’Istituto di Bioroborica alla Scuola Superiore Sant’Anna, sulla geopolitica internazionale della 4^ Rivoluzione Industriale e Leonardo Salcerini, Amministratore Delegato di Toyota Material Handling Italia.
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Ha spiegato Leonardo Salcerini: “Da diversi anni collaboriamo con European House - Ambrosetti su un importante progetto che ha l’obiettivo di valorizzare il “sistema - Italia” e promuovere il nostro Paese all’estero, in quanto molto spesso gli indici non danno un quadro realistico della nostra economia e della sua vitalità. Abbiamo quindi lanciato insieme il Global Attractiveness Index, che presentiamo ogni anno in occasione del meeting nazionale di Cernobbio, e che sta contribuendo a sostenere e rilanciare l’immagine italiana all’estero. Per noi infatti è stato abbastanza sorprendente scoprire come l’immagine dell’Italia, nei Paesi stranieri sia molto più alta e considerata rispetto a quella che ne hanno gli stessi italiani. Sull’onda di questa collaborazione abbiamo scelto di promuovere l’incontro di Reggio Emilia, rivolto a top manager e rappresentanti di grandi gruppi industriali, per confrontarci sulla situazione economica attuale, ma anche sul suo sviluppo futuro, e cercare di comprendere cosa ogni imprenditore e ogni azienda possa fare per contribuire a migliorare il sistema-Paese. Un grande ruolo in questo può averlo lo sviluppo tecnologico, che in Italia in alcuni settori ha grandissimi spazi di sviluppo dove sconta ancora una certa arretratezza. È anche il caso della logistica, un tema che ovviamente ci interessa in modo prioritario, perché Toyota crede molto nel nostro Paese, e ha compiuto forti investimenti per promuovere lo sviluppo del settore. Sviluppo che avrebbe sicuramente una ricaduta economica molto ampia e diffusa migliorando le performance industriali. I dati che emergono dal GAI ci dicono infatti che uno dei punti deboli del nostro Paese, che per altri aspetti ha invece grandi elementi di forza spesso sottovalutati, è la capacità di essere dinamici, rapidi nell’introdurre cambiamenti e nuove tecnologie”.
Lorenzo Tavazzi, Associate Partner di The European House – Ambrosetti, presentando più dettagliatamente il GAI ha sottolineato temi di grande interesse: “Il Global Attractiveness Index è un progetto di ricerca internazionale nato nel 2016 con l’obiettivo di offrire una fotografia rappresentativa dell’attrattività dei Paesi ed essere uno strumento a disposizione dei capi azienda e degli uomini di governo per le loro scelte strategiche. Sviluppato in Italia, per elaborare una modalità di ricerca e presentazione dati che fosse basata su replicabilità, oggettività dei dati, e significatività degli stessi. Ora il GAI è stato adottato da numerosi altri Paesi europei ed extraeuropei. Di questo lavoro – al quale contribuiscono importanti aziende multinazionali tra cui in primis Toyota Material Handling, ma anche AVIVA – ha beneficiato anche il sistema-Italia, troppo spesso “vittima” di una reputazione e un posizionamento in molte classifiche di competitività a vario titolo che non ha riscontro con la realtà fattuale del Paese e le sue molte eccellenze. E sappiamo bene che l’attrattività è un prerequisito per la competitività del sistema - Paese, chiamato ad affrontare grandi sfide per non perdere terreno nella competizione globale: l’Italia, pur avendo alcuni dati estremamente brillanti, che ci vedono ad esempio tra i primi Paesi nel mondo per export, non cresce alla stessa velocità di altre importanti economie comparabili. Ecco perché è importante ridare centralità a molti temi chiave come gli investimenti in ricerca e innovazione, il consolidamento di poli produttivi nei settori che guideranno la crescita nel futuro e le strategie di proiezione Paese all’estero”.
Molto interessante è stato il dibattito tra De Bortoli, Padoan e Carrozza. “Mi fa piacere - ha introdotto De Bortoli - parlare di prospettive del futuro in un luogo che ci ricorda come l’Italia sia un Paese dove l’industria ha prodotto e continua a produrre grande qualità. È un messaggio di fiducia per il futuro”. Pier Carlo Padoan ha sottolineato che “l’Italia è in un momento economico non facile in particolare per la finanza pubblica. A livello internazionale sono preoccupanti le tensioni tra USA e Cina, che possono avere effetti di lungo periodo. Noi siamo un Paese proiettato all’internazionalizzazione, e queste tensioni ci possono portare sofferenze. Dobbiamo intervenire sul debito pubblico che fatica a smettere di salire, con politiche serie che ridiano slancio agli asset forti di cui disponiamo, ampliando il nostro settore industriale avanzato e con alti contenuti tecnologici”.
Contenuti tecnologici su cui ha compiuto una coinvolgente panoramica Maria Chiara Carrozza: “Abbiamo un grande bisogno di far crescere il livello tecnologico della nostra industria, investendo sulle infrastrutture digitali, la robotica, l’intelligenza artificiale. In Italia abbiamo punte di eccellenza internazionale per la robotica e la meccatronica, che si riflettono anche nelle applicazioni dedicate al settore della logistica. Ma abbiamo anche necessità di formare nuove competenze: abbiamo pochi laureati in materie scientifiche e tecnologiche, e ne avremmo molto bisogno. Le stesse aziende devono avere una parte nel sostenere gli studi e la formazione dei nostri ragazzi”.